lunedì 24 maggio 2010

63° Festival del Cinema di Cannes. Elio Germano miglior attore




Aperta dalle polemiche per la mancata partecipazione del ministro della cultura Bondi (irritato dalla presenza al Festival del film Draquila di Sabina Guzzanti), la 63° edizione del Festival di Cannes si chiude con soddisfazione per il Cinema italiano, che ottiene il riconoscimento per la miglior interpretazione maschile di Elio Germano (ex equo con Javier Bardem), protagonista dell’unico film italiano in concorso, 'La nostra vita' di Daniele Luchetti.
La vita raccontata nel film è quella delle periferie urbane, le periferie del mondo, a cui sono state negate l’armonia e la bellezza, si potrebbe dire la misura umana, per dar vita ad un non-luogo, incarnato dal centro commerciale. È questa la nuova piazza, in cui il proletariato si ritrova senza tuttavia costituire una comunità, come quelle che si muovevano nelle piazze dei nostri paesi, rimanendo anonimo e sconosciuto a se stesso, animato solo dall’illusione che l’accesso ai beni di consumo ci possa rendere tutti simili e livellare le differenze sociali.
Questo nuovo proletariato, schiavo del consumismo, cinico e arrivista è descritto con realismo, senza alcun intento moralistico, un realismo che ci porta nella vita dei protagonisti con una concretezza quasi documentaristica. Claudio (Elio Germano) è un operaio edile, padre di tre figli, che perde la moglie Elena (Isabella Ragonese) e rimane schiacciato da un dolore, che non può esprimere. Nel denaro cercherà il riscatto sociale ma anche la sublimazione di questo dolore. Ma protagonista del film è anche la famiglia, quella rete di affetti amicali e parentali, su cui si può sempre contare quando tutto il resto manca (lo Stato, i servizi, la società). Il dolore, il denaro, la famiglia, l’amore.
Tra gli interpreti del film, accanto a Elio Germano ed Isabella Ragonese, Raoul Bova, Luca Zingaretti, Stefania Montorsi, Giorgio Colangeli.

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